Artista dalla prevalente vocazione figurativa, Gabriela Spector porta nella sua scultura emozioni, gesti e memorie, profondamente legati alla propria esperienza personale.
La sua attività artistica si sviluppa in due filoni di ricerca distinti – uno scultoreo fatto di gessi, marmi e bronzi e l’altro pittorico – e tuttavia accomunati dalla medesima attenzione per l’intimità della figura umana.
In particolare i temi del corpo e della maternità sono al centro del progetto “Voglia di Pancia” – calchi di corpi di donne in gravidanza a rappresentare il desiderio stesso della maternità – concretizzatosi nel 2002 in una mostra e in un volume che racconta le esperienze delle donne coinvolte.
Al tema del migrare, del viaggio, intimamente connesso alla tradizione “errante” familiare, sono invece legati i progetti “Mappe della memoria” e “Madretierra Mapas”, scaturiti dal ritrovamento di un cospicuo fondo di carte geografiche. Carte che l’artista ha trasformato e utilizzato per dare vita a opere scultoree e pittoriche nella quali il mondo diventa sfondo e tela su cui raccontare, in ultima analisi, nuovamente l’uomo, i grovigli delle sue mappe interiori, i paesaggi nascosti della sua anima.
Aspetti che restano centrali anche nel più recente ciclo di scultura “Poesia quotidiana”. Ha realizzato anche opere su commissione,di medie e grandi dimensioni, e lavora costantemente allo sviluppo di nuovi progetti.